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RITORNO AL ... FUTURO?

 

"L' Altra Molfetta" di aprile 2022

Articolo del dott. Francesco Stanzione
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Sabato Santo 20 aprile 2019, ore 21.30: rientro della Sacra Immagine della Pietà nella Chiesa del Purgatorio.
 A seguito del blocco per due anni, causato dal Covid19, di tutti i riti esterni della Settimana Santa, questa data potrebbe divenire, negli anni a venire (speriamo di no), lo spartiacque fra la tradizione ed una nuova modalità di svolgimento delle processioni, diversamente da come siamo stati abituati a concepirle e vederle fino ad oggi.
Pensando alla imminente Settimana Santa 2022 mi è sopraggiunto infatti il timore che tutto possa non ritornare ad essere come prima. Mi chiedo quindi se, alla ripresa ormai certa delle processioni dell'Addolorata, dei Misteri e della Pietà, a qualche mente "geniale" per alcuni o "diabolica" per altri, non possa venire l'idea di modificarle radicalmente, quest'anno con la scusa della non ancora scomparsa pandemia e, per gli anni prossimi, in nome del solito, ormai trito e ritrito, "essere al passo dei tempi" (che poi altro non è che una scusa per giustificare l'ingiustificabile) o, peggio ancora, del doverle "discernere, accompagnare, purificare".
I presupposti ci sono tutti ed è superfluo ribadirli perché a tutti noti. Lo si diceva da anni, ma ora "il re è nudo": esiste da sempre un progetto (con il Covid prepotentemente venuto alla luce) per ridimensionare totalmente i riti legati alla "Pietà Popolare", intendendo per essi non solo quelli relativi alla Settimana Santa, ma anche le feste patronali o altre che, comunque, hanno bisogno di spazi esterni alle chiese per essere svolte.
Basti vedere i manifesti dei programmi relativi ai festeggiamenti dei diversi Santi o Madonne di Puglia che appaiono sui "Social" e che riportano per ogni giorno e per ogni ora solo ed esclusivamente la celebrazione della S. Messa; sorge spontaneo chiedersi se non sia più opportuno scrivere semplicemente che alle ore "tot" dei giorni "tali" sarà celebrata solo la S. Messa, anziché stilare un patetico elenco di giornate tutte uguali.
 
Per restare vicino a alla nostra Molfetta: 10 novembre 2021, Festa di S. Trifone ad Adelfia. Si sono riviste le luminarie, la cassa armonica, le bande, i fuochi pirotecnici, tutto... ma la processione no... la processione crea assembramento.
Pare quindi che il rispetto di certe regole, dettate dall'evitare il diffondersi dei contagi da Covid, esista solo per le processioni.
Da molti mesi nei cinema si sta uno accanto all'altro, nei campi sportivi ugualmente ed anche le discoteche hanno riaperto; nei ristoranti (peraltro in spazi ristretti) le distanze tra i tavoli sono quelle di sempre, i mezzi pubblici sono affollati, i soliti luoghi di ritrovo dei giovani sono strapieni di adolescenti che si toccano, si abbracciano e si baciano in situazione di super assembramento...
A Molfetta segnali di un cambiamento in peggio si sono già visti il 2 marzo quando è uscita la processione della Croce dalla Chiesa del Purgatorio ed ha percorso il solito itinerario in tempi da record olimpionico di corsa (inoltre non si comprende perché all'uscita non sia andata da via Amente ed abbia invece tirato dritto per il Borgo); i portatori della Croce e dei fanali procedevano a falcate, ad un passo che rendeva, a mio parere, non confacente alla serietà della circostanza il loro incedere, seguiti da una grande folla di persone che, dopo un centinaio di metri dall'inizio, per quasi la metà ha risalito via Sant'Angelo per ritornare a casa, dissuasa dal seguire il corteo che proseguiva velocemente per via Domenico Picca, a causa dell'affanno sopraggiunto. Solitamente (per non dire sempre) la processione si è conclusa al Calvario attorno alle ore 01.45. Quest'anno era lì già alle ore 01.10; sfido chiunque a rifare quello stesso percorso, a passo anche sostenuto, nello stesso tempo ... e se ci riesce avrà sicuramente il cosiddetto "fiatone".
Domanda: si è potuto pregare con il fisico impegnato severamente in un vero e proprio esercizio che oserei definire atletico? Fatta in queste condizioni, personalmente avrei preferito che la processione non si fosse svolta o che fosse stata impedita dalla pioggia.
Altra domanda: chi può averlo concepito, ovvero chi ha disposto che la processione dovesse farsi in un'ora e dieci minuti?
Ad oggi non si capisce, eppure mi pare che si possa sapere come siano andate esattamente le cose; non sarà mica un segreto di stato, se esiste una motivazione che abbia una "ratio"!
Mi fermo qui per non urtare la suscettibilità di persone comunque a me care.
Vediamo, tra qualche giorno, cosa accadrà l'8 aprile, processione dell'Addolorata: inizierà alle ore 15.30 per concludersi a mezzanotte?
Il 15 aprile, Venerdì Santo, la processione dei Misteri inizierà alle ore 03.30 per ritirarsi alle ore 13.00?
Il 16 aprile la processione della Pietà avrà la sua solita durata di circa dieci ore, uscendo alle ore 11.15 e concludendosi alle ore 21.30?
E tutte e tre le processioni percorreranno lo stesso itinerario, o a qualcuno verrà la geniale idea di ridurlo, in nome della pandemia, mentre in contemporanea vi saranno assembramenti presso i locali frequentati dai giovani, all'UCI Cinema e nei supermercati e all'Ipercoop per la spesa ed i regali di Pasqua?
"Chissà chi lo sa?"... questo era il titolo di una trasmissione televisiva degli anni sessanta del secolo scorso.
Nel caso questa malaugurata ipotesi dovesse verificarsi, difficilmente per il seguito si potrà ritornare indietro e le nostre tradizioni rimarrebbero sfigurate per sempre, perdendone l'essenza ed il valore identitario che hanno presso il nostro popolo. Tutto ciò potrebbe volerlo solo chi ne ignora la valenza storica, culturale ed antropologica, al di là di quella religiosa; chi dovesse farlo si assumerà la responsabilità storica e morale di aver iniziato il processo di distruzione di questo grande patrimonio di arte e fede.
Voglio, al riguardo, ripetere ciò che dico al termine di ogni mia disquisizione sui riti della Settimana Santa; vale a dire che il resistere alle ingiurie dei nostri tempi, da parte di queste tradizioni, è dovuto proprio alla pedissequa ripetizione, anno dopo anno, di tutti i particolari (gesti, musiche ed itinerari).
Rimuovere anche uno solo di questi tasselli, significherebbe iniziare un'opera che un po' alla volta, nel tempo, potrebbe essere demolitrice... ed è quello che non vogliamo.
Concludo auspicando che, al di là di ogni pessimistica previsione, tutto ritorni come in passato e non vi sia invece, parafrasando il titolo di un film americano del 1985, un "Ritorno al futuro", a quel bruttissimo futuro precedentemente paventato.
 
                                dott. Franco Stanzione