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17 FEBBRAIO 2021: "LA GUERRA CONTINUA"

"L' Altra Molfetta" di marzo 2021

Articolo del dott. Francesco Stanzione
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Alle ore 20.00 del 25 luglio 1943 la radio diffondeva la notizia che, a seguito dell'arresto di Benito Mussolini, il Re Vittorio Emanuele III aveva dato l'incarico di formare un nuovo governo al Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio che, alle ore 22.45, alla stessa radio, pronunciava il discorso concluso con la celebre frase: "la guerra continua".
 
Il popolo italiano ebbe un sussulto di giubilo, credendo che con la caduta del Fascismo i suoi guai sarebbero terminati ... invece ... 
L'anno scorso, a mezzanotte tra il 25 e il 26 febbraio 2020, a Molfetta iniziava la Quaresima con la processione della Croce e mai nessuno avrebbe immaginato che, giunti alla celebrazione del II Venerdì dedicato a Gesù alla colonna, presso la Chiesa di Santo Stefano, tutto si sarebbe interrotto. 
Non seguirono le celebrazioni degli altri Venerdì, il Pio Esercizio a Maria SS. della Pietà, nella Chiesa del Purgatorio, si fermò alla prima domenica e non si svolse il Settenario a Maria SS. Addolorata con la conseguente processione del Venerdì di Passione; durante il Giovedì Santo non furono allestiti i "Sepolcri" nelle chiese cittadine e non si tennero la processione dei Misteri e della Pietà, rispettivamente il Venerdì ed il Sabato Santo. 
Emblematica rimarrà nella storia locale l'immagine della grande Croce che apre le processioni dell'Arciconfraternita della Morte, esposta sui gradini della chiesa del Purgatorio nel tardo pomeriggio del Venerdì Santo con davanti, per un momento di preghiera, il nostro Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, in un "Borgo" completamente deserto a causa del "lockdown". 
Tutto ciò perché una mai immaginata e mai immaginabile pandemia, ad opera di un nuovo virus dal nome di Covid19, avrebbe messo in ginocchio la intera umanità, contagiando milioni e milioni di persone ed uccidendone tantissime. 
Ad un anno di distanza, con la solennità liturgica delle Sacre Ceneri, il 17 febbraio è iniziata un'altra Quaresima che, diversamente dalla precedente, non ha visto nemmeno la processione della Croce e, fatte salve le tradizionali funzioni in Santo Stefano e nel Purgatorio (riservate però ad un numero contingentato di fedeli) non vedrà nuovamente svolgersi le processioni dell'Addolorata, dei Misteri e della Pietà e, quasi sicuramente, l'allestimento dei "Sepolcri", per evitare assembramenti. 
Sin qui la realtà dei fatti, ma occorre, a mio modesto parere, fare qualche riflessione, giacché non resta altro, partendo proprio da quanto ultimamente si è visto e si è letto sui "Social", questi mezzi digitali che permettono anche a chi ha una materia grigia quantitativamente irrisoria di potersi esprimere al pari di tutti. 
Prendiamo lo spunto dalla pubblicazione del programma che l'Arciconfraternita della Morte ha stilato e stampato per i propri confratelli e che, da essere destinato solo a questi, è finito su alcuni siti internet locali prima e sulle relative pagine facebook poi. 
Al momento non conosco come vi sia arrivato o chi lo abbia fatto arrivare, e sono della opinione che non sarebbe dovuto essere diffuso oltre l'ambito confraternale, ma quello che mi fa rimanere sconcertato è la veemenza degli interventi ai "post", soprattutto da parte di gente che con il tema "Settimana Santa" non ha niente a che fare, per scarsa conoscenza o peggio ancora per disinteresse. Non ho la pretesa che tutti debbano pensarla o agire come il sottoscritto, ma io di fronte a notizie su argomenti che a me non interessano come lo sport, la musica leggera, le scelte delle formazioni politiche locali (differenti dall'azione amministrativa) ed altro, non intervengo; ciò perché non mi interessa scagliare la pietra in uno stagno nel quale non vado né ad immergermi e né ad abbeverarmi. 
Purtroppo, ritornando al discorso dei "Social", c'è gente che deve dire per forza la sua servendosi di una tastiera e facendosi scudo di un monitor, per affermare la propria esistenza che altrimenti sarebbe ignorata dal resto del mondo. 
Lungi da me bollare in maniera negativa e definitiva queste persone ma, al contrario, proprio partendo dalle loro critiche (fondate o infondate che siano), ritengo che quanti hanno veramente a cuore le manifestazioni di "Pietà Popolare" quaresimali e della Settimana Santa molfettese, dovrebbero farne tesoro per evitare, da ora in poi, che se ne parli in maniera impropria e per conferire loro una maggior credibilità, elemento indispensabile per affrontare un futuro che sempre più propone materialismo e illusorio edonismo. 
 
Più di qualcuno ritiene che questa pandemia da Covid19 trasformerà le tradizioni popolari di ogni tipo in maniera radicale, fin quasi al loro totale ridimensionamento, se non annullamento; io, per quanto pessimista caratterialmente, sarei più fiducioso.
 
Questa astinenza forzata di si spera non più di due anni, dovrebbe indurre invece tutto l'ambiente confraternale e quanti si esprimono in maniera devota verso la tradizione, a ripensarne l'approccio. 
Senza avere la pretesa di scandagliare l'animo di ognuno, perché questo può farlo solo il Padre Eterno, almeno quando vi saranno le manifestazioni esterne, mi auguro di non vedere più gente col sorriso stampato sulla bocca dall'inizio alla fine delle processioni, inutili e teatrali abbracci e baci ad ogni piè sospinto, capannelli in abito di rito con panini o sigarette tra le mani agli angoli delle strade o presso i bar, frotte di camici e mozzette che salgono e scendono di continuo dalle case di gente compiacente che ritiene, ospitando gli amici in certe occasioni, di agire secondo quella che più che tradizione è una cattiva abitudine ... potrei continuare ad enumerare parecchi comportamenti che inducono chi non è dell'ambiente a dire: "ma questi buffoni che fanno?". 
Se tutto ciò dovesse persistere, sono convinto che la "soluzione finale" di tutto sia alquanto prossima; al contrario mai nessuno potrà sognarsi, di fronte a comportamenti autorevoli e credibili, di metterne in dubbio la esistenza in un futuro che azzarderei a definire anche remoto. 
Mi spiace di avere, con quanto scritto, urtato la suscettibilità di quanti possano essersi sentiti chiamati in causa dalle mie parole, ma non posso farci niente, d'altronde chi mi ha cortesemente chiesto di stilare una mia nota per l'inserto sulla Settimana Santa de "L'Altra Molfetta" di quest'anno, era stato debitamente informato che avrei scritto solo quello che mi avrebbe dettato il cuore, uscendo anche dai soliti schemi descrittivi ... e questo è stato il risultato. 
D'altro canto, da lettore anche io delle riviste cittadine, ritengo che ormai ripetere ogni anno sempre le stesse cose e le stesse notizie, a volte addirittura ricopiate, lasci ormai abbondantemente quello che suol definirsi "il tempo che trova". 
Penso infatti che sia finito il tempo della contemplazione del passato e di iniziare, invece, ad adoperarsi fattivamente per recuperare proprio i valori di quel passato, che sono stati la linfa vitale delle nostre tradizioni e che hanno permesso loro di giungere (per fortuna a Molfetta, al contrario che altrove) ancora intatte ai giorni nostri. 
Prescindendo da tutto quanto fin qui scritto, rimane purtroppo la triste realtà che vede una intera umanità ancora sotto scacco, da parte di un essere invisibile quanto pernicioso. 
Al momento, pur essendo grazie a Dio lontani dal numero di morti causato nel secondo conflitto mondiale (tra i 60 ed i 68 milioni), le vittime del Covid19 sono circa due milioni e mezzo, ma  sicuramente di gran lunga superiori a quelli di qualsiasi altra guerra combattuta sulla faccia della Terra dal 1945 in poi e, nonostante la campagna vaccinale in corso, non si intravvede ancora la fine; legittimo è il timore che anche la prossima Quaresima subirà le stesse restrizioni attuali. 
Per ora si può solo dire, quindi: "la guerra continua" ... ma non c'è alcuna manifestazione di giubilo da parte degli italiani ed intanto un'altra Quaresima e Settimana Santa della nostra vita stanno trascorrendo quasi inosservate.

                               dott. Francesco Stanzione