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IL MISTERO DEI MISTERI

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Siris Festival 2007
Processioni: tra sacro e profano
3/20 agosto 2007
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Intervento sul Catalogo della Mostra

Mistero della vita, Mistero della morte, Mistero della Fede, Misteri Dolorosi … "processione dei Misteri".
Tutte queste terminologie riconducono ad un unico sentimento che, soprattutto nell’ Italia meridionale, è alla radice di quanti fanno dei rituali e dei riti della Settimana Santa un momento di grande attesa, che finisce col Sabato Santo e ricomincia il giorno di Pasqua.
Pare quasi, in tante realtà del nostro Sud, che lo spettatore attento di queste annuali e ripetitive manifestazioni, da oggetto passivo a cui il messaggio di fede deve giungere, divenga talora il protagonista principale.
Infatti le sacre rappresentazioni a mezzo di quelli che popolarmente vengono chiamati “Misteri”, possono generare nella persona una tale immedesimazione con i propri vissuti emotivi, da creare nell’ animo uno stato di sofferenza che si traduce in un senso di liberazione dalle passioni quotidiane.
Strumenti di questo involontario e inconsapevole coinvolgimento sono le lacrime delle Addolorate che seguono le bare, i cataletti, le urne, le vare che accolgono il corpo esanime e piagato dei Cristi, portati a spalla da confratelli che si lasciano cullare dal sublime e mesto suono delle bande che eseguono marce funebri;
sono i Cristi flagellati, derisi e caricati di una pesante croce, grondanti rivoli di sangue e con gli occhi tra lo stupefatto ed il supplicante;
sono i volti dei personaggi della Passione, le Maddalene, le Pie Donne, rigati di lacrime e tumefatti dal pianto.
Questo “dramma rivissuto” induce uno stato di vera e propria “catarsi” che da individuale diventa collettiva.
Quella “catarsi” come liberazione dalle passioni che, secondo Aristotele, è la tragedia come “mimesi” della realtà, attraverso la rappresentazione di vicende che suscitano forti emozioni o pietà, il cui effetto è quello di purificare, sollevare e rasserenare l’ animo dello spettatore da quelle stesse passioni, permettendogli di riviverle allo stato contemplativo.
Quella stessa “catarsi” che secondo Platone è la liberazione dal corpo, per opera della morte, vista come ritorno dell’ anima alla perfezione, dopo le costrizioni limitanti vissute nella materia; un processo cioè attraverso il quale ci si libera dalle impurità dello spirito per tornare allo stato di purezza originaria.
Queste teorie espresse tanti secoli fa dai due grandi filosofi dell’ antica e pagana Grecia, si rispecchiano nel “Mistero della morte” di Gesù Cristo che, attraverso il grande “Mistero della Fede”, riconduce il Cristiano alla interiorizzazione e riscoperta di quello che è il grande “Mistero della Vita”.
Catalizzatore di questo insorgere di sentimenti è senza dubbio l’ effetto inconscio che l’ uomo, parte dell’ universo Terra, subisce con la concomitanza della rievocazione della Passione e del risveglio primaverile della natura, dopo la “morte apparente” dell’ inverno.
Tutte queste manifestazioni, umane e naturali, conducono sinergicamente ad un unico punto di arrivo: la Resurrezione, la Pasqua del Signore e l’ impegno dei credenti in un passaggio ad un nuovo stile di vita, purificato attraverso l’ esperienza della Quaresima e della Settimana Santa.
Parrebbe quasi, tutto quanto fin qui detto, che il messaggio trasmesso da quei “Misteri” che ogni anno sfilano davanti agli occhi commossi e stupefatti di tante persone, sia solo stereotipata ripetizione di qualcosa di tramandato da padre in figlio, ma invece è qualcosa che accomuna in percezioni, turbamento dell’ animo e senso di liberazione, sia le persone più semplici che quelle di più elevato livello culturale, rendendole un “unicum” che trasforma quella “catarsi” innanzi detta, da individuale a collettiva.
E’ questo, in fondo, il vero Mistero che aleggia intorno a quelli che noi chiamiamo i “Misteri” della Passione.

Francesco Stanzione -Priore Arciconfraternita della Morte di Molfetta