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NOTE DOLENTI di G. Teofrasto e P. Turturro

LA NUOVA MEZZINA - Molfetta (marzo 2023)

Prefazione del dott. Francesco Stanzione

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In occasione dei riti legati alla Pietà Popolare per commemorare la Passione e Morte di Gesù Cristo, soprattutto durante le processioni della Settimana Santa, la musica riveste un ruolo di primissimo piano, scandendo l’incedere dei portatori delle Sacre Immagini; essa si esprime attraverso quella forma musicale che prende il nome di Marcia Funebre, divenendo non strumento accessorio ma parte integrante del rito.
Nell’Italia Meridionale non esiste una sola località in cui le marce funebri non facciano da colonna sonora alle celebrazioni religiose esterne, conferendo loro la giusta solennità.
Circoscrivendo al nostro territorio questa realtà di fatto, è facilmente evidenziabile che le città più famose per la loro Settimana Santa sono quelle che vantano un patrimonio musicale esclusivamente locale; è il caso di Bitonto, con le composizioni di Michele Carelli, Davide Delle Cese e Pasquale La Rotella, di Ruvo di Puglia con i fratelli Antonio ed Alessandro Amenduni e di Molfetta con Vincenzo Valente, Saverio Calò e Giuseppe Peruzzi, tanto per citare coloro che possiamo definire “i padri della marcia funebre molfettese”.
Con ogni probabilità il grande attaccamento dei molfettesi alla Settimana Santa è dovuto proprio all’ascolto di questi brani composti da autori che hanno saputo, attraverso la musica, penetrare nell’animo dei loro concittadini, evocando in essi sentimenti che vanno dal ricordo di un parente scomparso alla nostalgia per situazioni o cose che non si ripeteranno o non si rivedranno mai più.
Conseguentemente Molfetta ha sempre avuto, nel tempo, un suo complesso musicale fin da quando, dopo la seconda metà del XIX secolo, nelle processioni della Settimana Santa vi è stata la introduzione delle bande, composte quasi sempre da semplici cittadini (per lo più operai) che prestavano la loro opera nella esecuzione dei brani, pur non avendo alcuna cultura musicale alle spalle, per arrotondare i loro non elevati guadagni o più semplicemente per pura passione. Come non ricordare, tra quelli a mia memoria, Angelo Inglese senior detto “Celicchie” (bombardino), Francesco Mazzola (flicorno tenore), Vincenzo Cifarelli (flicorno baritono), Luigi Allegretta (trombone da accompagnamento), Natale De Virgilio detto “Taluccio” (tamburo) e Donato Gadaleta detto “Dnetucce u sgarzat” (sax soprano)?
A partire però dall’inizio degli anni 2000, vi è stata una vera e propria inversione di tendenza fino ad arrivare ai giorni nostri in cui, a far parte della banda, sono per la quasi totalità diplomati al Conservatorio o, comunque, persone che della musica ne hanno cognizione.
In virtù di questo è stato più facile ed inevitabile riscontrare, nei vecchi spartiti e nelle partiture sin qui utilizzate, diversi errori ed incongruenze intervenute negli anni, a seguito delle varie trascrizioni e copiature (si tenga presente che fino all’avvento dei computer tutto è avvenuto manualmente, per cui l’omissione o la aggiunta di una sola nota o la collocazione di essa su un rigo o uno spazio non dovuto del pentagramma era sempre possibile).
Per ovviare a questo inconveniente, il Maestro Pasquale Turturro, attualmente direttore della banda dell’Associazione Culturale Musicale Santa Cecilia - Città di Molfetta, ed il Maestro Giuliano Teofrasto (tromba e flicornino) hanno ben pensato di intraprendere, con grande competenza e passione, un lungo e minuzioso lavoro di ricerca e di analisi, nota per nota, di tutte le marce funebri del vasto repertorio eseguito come accompagnamento delle processioni dell’Addolorata, dei Misteri e della Pietà, fino a giungere alla realizzazione di questa pregevole pubblicazione.
Per quanto mi riguarda, pur non avendo conoscenze musicali dal punto di vista tecnico, ma essendo semplicemente uno di quelli che riconosce le marce funebri sin dalla prima, al massimo dalla seconda nota, sicuramente interpretando il sentimento di quanti coltivano il culto delle nostre tradizioni, non posso che rivolgere un plauso ed un sentito ringraziamento ai carissimi amici Pasquale Turturro e Giuliano Teofrasto per aver contribuito a consegnare ai posteri, nella maniera più rispondente a come sono state concepite, questi “pezzi di cuore” di ogni molfettese.
“Pezzi di cuore” talmente non a caso che, durante uno dei concerti che annualmente si tenevano nella metà degli anni sessanta del secolo scorso nel cinema-teatro “Supercinema”, la presentatrice definì il “Conza Siegge”, marcia funebre simbolo della nostra Settimana Santa, con questi termini: «Il molfettese l’ama e la predilige come la sua marcia che canticchia in questi giorni ovunque si trovi, per terra, nel cielo e sul mare».

dott. Francesco Stanzione (Priore Arciconfraternita della Morte dal 2004 al febbraio 2010)