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FUNERALE DEL CONFRATELLO NICOLA NATALICCHIO

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COMMEMORAZIONE DEL DOTT. FRANCESCO STANZIONE
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Chiesa del Purgatorio - Molfetta, 25 ottobre 2010
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Non era possibile che si celebrassero nella Chiesa del Purgatorio le esequie di Nicola Natalicchio, senza che qualcuno ne ricordasse la figura come confratello della Arciconfraternita della Morte.
Ed è per questo che, prima di ogni altra cosa, a nome dell’ intera Arciconfraternita della Morte, voglio porgere le più sentite condoglianze alla famiglia Natalicchio per la perdita del loro carissimo congiunto e nostro già Grande Priore Nicola Natalicchio, che con tanto amore ci ha guidato nel triennio 1980/82.
E voglio ringraziare anche in particolare i figli Nella e Paolo, per aver gradito, in questa triste occasione, che io potessi ricordare a tutti, alla maniera di come lo ho conosciuto, la figura di questo esempio rarissimo di padre, di confratello e di cristiano.
Chiaramente lo faccio in qualità di semplice confratello e di chi gli voleva bene, e non di ex priore, anche se Nicola Natalicchio avrebbe meritato di essere ricordato, in questo momento, da un priore in carica e non già da un ex.
E’ nato, se non erro, il 5 giugno del 1908 ed io ricordo, giovanissimo, quando lui era Priore, che mi presi la briga di andarne a vedere la data di nascita sullo schedario, nella segreteria della Arciconfraternita, perché pensavo che fosse ancora più anziano di quello che era (parliamo del 1980, trent’ anni fa) in quanto da sempre, in questa chiesa, da me frequentata da quando ero piccolissimo, sentivo parlare di Nicola Natalicchio … e a giusta ragione direi …
Pensate un po’ che lui, ebanista, emigrato in America per lavoro, era puntualmente qui, a Molfetta, ogni anno, per partecipare alle nostre due processioni della Settimana Santa, e spesso era anche portatore delle sacre immagini della Addolorata e della Pietà, in coppia con un altro indimenticabile confratello, Giacomo Picca.
Era lì, negli Stati Uniti, e durante il priorato di un altro grande Priore, suo cognato, fratello della moglie … parlo di Giuseppe Tridente, ha realizzato di sua mano tutte le basi processionali delle statue del Sabato Santo, Pietà compresa, tutte le sdanghe, i forcelli, i fanali … persino il portone di questa nostra amatissima chiesa. Un suo dono del 1960 è, inoltre, la coltre della base della Pietà in velluto nero.
Anche le croci dell’ Addolorata e della Pietà le ha fatte lui … e a questo proposito mi sia consentito ricordare un aneddoto, secondo quanto mi riferiva sempre un altro suo grande amico e nostro confratello, Tommaso Altamura, che affettuosamente lo chiamava “mba’ Ncol” e che era con lui in America.
Il nostro “mest Colin”, dovete sapere, quelle croci le ha costruite in America e le ha portate qui con l’ aereo, smontate. Era con lui, durante il trasporto, anche Tommaso Altamura il quale, quando alla frontiera i doganieri li bloccarono, insospettiti da quel bagaglio così ingombrante, disse loro: fateci passare, perché qui dentro trasportiamo una cosa sacra; sono le croci di due Madonne.
Cosa abbiano pensato alla dogana, non lo so, certo è che passarono e le croci eccole qua. Invito tutti i confratelli, quando l’ anno prossimo vedranno in processione l’ Addolorata e la Pietà, a ricordare con affetto il nostro "mest Colin", perché in quelle Croci c’ è tutto il suo amore per la Madonna e per Gesù Cristo.
Non solo, ma non tutti sanno che sono opera sua anche la croce della Addolorata di S. Stefano e la cornice dorata della base di Cristo Morto che esce in processione il Venerdì Santo.
Nicola Natalicchio era per l’ Arciconfraternita della Morte una componente importante, ma se immaginiamo la Confraternita come un corpo umano, non era una parte visibile, come le braccia, le mani, la testa; "mest Colin" rappresentava veramente il cuore, la parte più importante, perché in una confraternita come questa ciò che più conta non è ciò che viene dalla testa, dalla ragione, ma dal cuore, dai buoni sentimenti e dall’ amore per quella Madonna Santissima di cui tanti di noi dicono di essere follemente innamorati, salvo poi a non esserlo nei fatti.
Nicola Natalicchio è stato di quella Madonna veramente innamorato, e con i fatti … fino all’ età di 102 anni … lo ho visto io l’ ultima volta che stava ancora bene, il 5 giugno scorso alla messa del sabato, a cui non mancava quasi mai, salute permettendo, insieme sempre con i suoi due ex componenti dell’ amministrazione, Lorenzo De Palma e Carlo Pisani … una amministrazione affiatatissima che è e rimarrà sempre un esempio da seguire qui dentro.
E concludendo, ora mi rivolgo proprio a te, carissimo "mest Colin", che so che mi volevi molto bene, tu che ti ho visto tante volte guardare con tanto affetto il volto della Addolorata ... ora che la stai vedendo di persona, rivolgi a lei una preghiera per tutti noi e per la tua e nostra carissima Arciconfraternita della Morte, tu che ora hai un posto privilegiato rispetto a noi.
Tu sei ora sicuramente in Paradiso … noi siamo ancora nel Purgatorio … in questo luogo materiale e non solo … ma la nostra fede ci dice che sicuramente, presto o più tardi, ci rivedremo nella gloria del Signore. Arrivederci allora, carissimo confratello Nicola Natalicchio.
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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Il confratello Francesco Stanzione