"MOLFETTA VIVA" del 13 marzo 2020
Articolo del dott. Francesco Stanzione
Qualche giorno fa, esattamente sabato 7
marzo, ultima volta in cui ho avuto contatti con persone a Molfetta, prima del
mio volontario "apartheid"
dal mondo allo scopo di preservarmi dal contagio da Covid19, un amico mi ha
invitato a "mettere giù"
qualcosa sulla Quaresima al tempo del Coronavirus, cosa che volentieri faccio
giacché scrivere mi piace molto più che vendere medicine.
Prima di procedere in quanto sto per
scrivere, voglio spiegare che la mia sparizione dai circuiti sociali a scopo
preventivo non è per paura del virus, ma è dovuta al fatto che, essendo
titolare di partita I.V.A., non posso permettermi di ammalarmi e di chiudere la
farmacia perché altrimenti a fine mese chi pagherebbe i miei fornitori e gli
stipendi alle mie dottoresse collaboratrici? ... senza contare che devo
mangiare anch'io e portare da mangiare alla famiglia.
Ma andiamo avanti.
La richiesta del mio amico tendeva a
focalizzare gli effetti di una Quaresima priva delle tradizionali funzioni
religiose che preludono alla Settimana Santa ... Settimana Santa che
personalmente prevedo già compromessa alla luce dei fatti di questi giorni, nei
quali il contagio si è esteso e sta assumendo proporzioni preoccupanti nella
nostra regione. Colgo qui l'occasione per ringraziare tutti i "geni" candidati al Nobel per
la Medicina, che in massa si sono messi in viaggio dal Nord al Sud nella notte
tra il 7 e l'8 marzo, portando il rischio di incremento dell'infezione in zone
nelle quali la situazione era ancora sotto controllo.
Per quanto mi riguarda (come ho già
dato ad intendere), prevedo che le processioni non si svolgeranno in quanto lo
scarso senso di civiltà delle nostre popolazioni disattenderà i decreti del
governo che obbligano a sacrifici (che per i più non sono così grandi) miranti
a limitare la diffusione del contagio, per cui ai provvedimenti quasi
draconiani adottati a partire dal 10 marzo ne seguiranno altri, che sicuramente
porteranno ad una proroga oltre il già stabilito 3 aprile.
Ne consegue che tutti i molfettesi ammalati
di "sdanghite cronica"
saranno in fortissima sofferenza, non tanto perché i sacri cortei non si
svolgeranno (e comunque mi auguro con tutto il cuore di essere un falso
profeta), quanto per il fatto che sarebbero annullate anche le varie "bussole". Chi è affetto da
questa sindrome è patologicamente portato non poter fare a meno di questa "occasione" e a voler masochisticamente
soffrire durante le operazioni di sorteggio nelle quali il roteare delle
palline numerate all'interno del barilotto (o bussola) provoca quel ben noto
rumore che in molfettese si chiama "u
rouzzele" (chiamo in causa il mio caro amico Pietro Capurso circa la
correttezza lessicale del termine dialettale).
Mentre avviene "u rouzzele" o come dir si voglia, il malato prova ansia,
sudorazione anche ascellare, tachicardia, crampi addominali fortunatamente
senza flatulenza, fame d'aria ... insomma entra in un vero e proprio quadro
clinico che scompare appena termina quella che da tanto tempo definisco "la celebrazione della solennità
liturgica di Santa Bussola" e che sfocia in due diverse situazioni,
ognuna non meno patologica dell'altra, nel caso in cui si venga sorteggiati o
no: una euforia incontrollata ed
incontrollabile che mette a rischio, nell'immediato, anche la incolumità fisica
di chi gli è accanto (che si esaurisce nell'ambito però di una mezzoretta al
massimo) oppure uno stato di forte prostrazione e depressione che dura più a
lungo, riconoscibile da reazioni che vanno dal non frequentare più il
Settenario dell'Addolorata all'aggirarsi con la faccia contrita e la coda tra
le gambe in mezzo alla folla che assiste ai concerti di marce funebri del
Giovedì di Passione e della Domenica delle Palme.
Riusciranno quindi questi soggetti ad
andare oltre il giorno di Pasqua senza dover ricorrere ad uno psicologo?
Ciò premesso, vorrei entrare nel merito
di qualcosa di molto più serio, cioè quello che ritengo debba essere il vivere
da credenti nel tempo quaresimale in assenza dei riti tradizionali, compresi soprattutto
quelli esterni della Settimana Santa; già ... la Quaresima vissuta da cristiani
e non da molfettesi legati alle proprie tradizioni.
Nostalgia dei Venerdì a S. Stefano che
non si svolgeranno ... parliamo quindi ormai del Mistero di Gesù alla canna e
di Gesù che porta la croce al Calvario.
Quale migliore occasione per prendere
un Vangelo (ce n'è sicuramente uno in ogni casa, anche di chi non crede, avuto
come ricordo della Prima Comunione o donato da una persona cara), trovare per
ognuno dei quattro Evangelisti i passi in cui vengono descritti i fatti
relativi a questi due Misteri e confrontarli tra loro.
Vale a dire: per Gesù alla canna ciò
che dicono Matteo, Luca, Marco e Giovanni da dopo la flagellazione alla
condanna di Gesù da parte del popolo, e per il Calvario da qui fino alla
crocifissione e morte di Gesù.
Si noterà, dopo una attenta lettura, che
tutto ciò che noi sappiamo di quei momenti deriva dall'insieme di ciò che
ognuno di essi scrive; mi spiego.
Matteo, Marco e Luca citano Barabba
come colui che fu liberato al posto di Gesù, Giovanni non vi fa menzione
alcuna.
Giovanni, dopo la condanna da parte di
Pilato, passa direttamente alla crocifissione, senza alcuna descrizione di
quanto avvenne durante il cammino di Gesù verso il Calvario.
Solo Matteo, Marco e Luca riferiscono
che Simone di Cirene aiutò Gesù a portare la croce, così come solo Luca cita
l'incontro con le donne di Gerusalemme.
Ancora, andando indietro, solo Marco (14,
51-52) scrive, dopo la cattura di Gesù, che "lo
seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo
afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo".
Non so quanti fino ad ora abbiano
notato queste differenze, ma sono convinto che la contemporanea lettura di
questi passi del Vangelo ed una riflessione su di essi, possa efficacemente
compensare il mancato ascolto del "sozzo
verme" o del "sol per voi
mestissime donne" all'interno della chiesa di S. Stefano ... sempre
che non si sia legati più alla sola tradizione paesana che al Gesù vivo e vero.
Per quanto riguarda l'altro momento
importante della ritualità legata alla pietà popolare della Quaresima, il Pio
Esercizio a Maria SS. della Pietà che si svolge ogni domenica presso la Chiesa
del Purgatorio, a cura dell'Arciconfraternita della Morte, penso invece che la
recita di un Rosario sarebbe il miglior modo per surrogare le tante invocazioni
che si rivolgono alla Madonna durante la funzione religiosa o l'ascolto di "Torni alle mura ingrata" o di
"Madre che il Figlio gemi";
i nostri confratelli sono così disabituati a certe forme di preghiera, che la
loro riscoperta non potrebbe che portar loro benefici spirituali i quali, di
questi tempi, potrebbero alleviare non di poco le tante pene derivanti dalla
situazione in cui versiamo da qualche settimana.
Ciò vale anche per tutto il periodo del
Settenario a Maria SS. Addolorata che culmina nel venerdì di Passione in cui si
svolge la processione della "Virgo
Dolorosa".
Analogamente, durante la Settimana
Santa, ma soprattutto nel triduo Pasquale, la lettura della "Passio" di tutti e quattro
gli Evangelisti e la riflessione su di essa, servirebbe a vivere più intimamente,
ed oserei dire più responsabilmente, le giornate legate alla sofferenza di Gesù,
molto più che sopportando il peso di una statua sulle spalle.
Avere fede in Dio non è il rimpiangere
le mancate funzioni e processioni, ma confidare nella preghiera come richiesta
di ausilio da parte del Signore, e la lettura della Scrittura è senz'altro una
delle migliori forme di preghiera.
Quindi il mio invito è a non disperare
se quest'anno non sentiremo lo "Sventurato"
o il "Dolor" o il "Conza Siegge" per la strada;
a parte che li si può ascoltare da casa con i tanti mezzi digitali che la
tecnologia ci offre (anche se non è la stessa cosa), ma la speranza, attraverso
la preghiera, di rivivere il prossimo anno la Settimana Santa con ancor maggior
intensità, in virtù della lunga attesa, dovrebbe lenire ogni dolore ... senza
contare che questa prova a cui la volontà di Dio ci sta sottoponendo potrebbe
contribuire a farci entrare nella prossima Quaresima convertiti nel cuore e
maggiormente cristiani.
dott. Francesco Stanzione