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TRIGESIMO DEL CONFRATELLO DOTT. SAVERIO COZZOLI

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COMMEMORAZIONE DEL PRIORE
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Chiesa del Purgatorio - Molfetta, 13 giugno 2009
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Non nascondo che quanto sto per dire mi imbarazza molto perchè mai e poi mai avrei pensato, e tanto meno voluto, di trovarmi nella situazione di ricordare il nostro carissimo amico Saverio Cozzoli, nella occasione del trigesimo della sua scomparsa.
Avevo deciso che avrei dedicato un mio pensiero a Saverio, allorquando si fosse celebrata in sua memoria la S. Messa a cura della confraternita, ma giacchè Vito mi ha espresso un mese fa il desiderio di celebrare il trigesimo in questa chiesa, anticipo ad ora ciò che avrei detto in quell’ altra occasione.
Poiché pertanto questa è la Messa fatta celebrare dalla famiglia Cozzoli, pur avendone io il titolo, ricorderò Saverio più come amico che come priore … come amico di quel Saverio che, da sei anni a questa parte, non faceva passare una settimana senza che mi telefonasse per essere aggiornato su quello che accadeva in quel di Molfetta, sia nell’ una che nell’ altra Arciconfraternita.
Ho conosciuto Saverio purtroppo abbastanza tardi, per motivi anagrafici e per altri per i quali Vito ha saputo sapientemente … diciamo così … lavorare, dandomi la possibilità di conoscere, e successivamente meglio conoscere, una persona della quale ho sentito comunque parlare fin da quando io ero piccolissimo e mio padre lavorava come farmacista collaboratore presso la farmacia Mastrorilli, all’ epoca in cui viveva l’ indimenticabile don Vito Mastrorilli.
E proprio perché parlo come amico, devo dire che già da tenera età mi sono interessato alle processioni della Settimana Santa ed ai portatori (non vedevo l’ ora da piccolo di poter portare a spalla la Madonna e Cristo Morto) e ciò dico proprio perché so, e non solo dai racconti a me direttamente riferiti dallo stesso Saverio, che anche la sua infanzia è stata vissuta con queste attese.
Perché ho parlato della farmacia Mastrorilli? … perché la farmacia era frequentata da tanti amici di papà mio che erano portatori e sorteggiavano ogni anno ed io, ogni domenica di passione e delle Palme, chiedevo sempre a papà chi fosse “uscito sotto” … e tra questi papà mi citava ogni anno il nome di Saverio.
Non solo Saverio è stato un assiduo, ma io dico soprattutto grande portatore, essendolo stato fino a settant’ anni, ma ho sempre visto Saverio presente, nonostante la sua domiciliazione romana, a quasi tutte le assemblee, alle bussole ed alle funzioni e processioni della Settimana Santa.
Lui stesso mi ha raccontato tante volte di quali pazzie, tra virgolette, abbia fatto per essere a Molfetta ogni anno … anche durante il militare, quando ad esempio, un giovedì santo, per sfuggire ad una ronda, grazie ad un capotreno molfettese che conosceva suo padre, allora direttore della banca cattolica, si rinchiuse in un bagno del treno, e quando i militari vi salirono per cercarlo, questi disse loro che nel bagno c’ era una signora.
Potrei citare anche altri aneddoti da lui stesso a me raccontati che forse i familiari stessi non conoscono … è bene che così sia stato fino ad ora e così sia per sempre.
Posso affermare, senza tema di smentite, che Saverio non era uno dei tanti che a queste confraternite sono solo iscritti, solo dei nomi, come si dice in molfettese, “appuntati” su un registro … Saverio era un confratello.
Per me è fondamentale questa differenza.
Negli ultimi tempi, parlo negli ultimi tre anni, spesso, quando era a Molfetta, mi ha fatto compagnia durante alcune mie visite ad altre realtà confraternali con cui ho rapporti di amicizia: è il caso di quando è venuto con me a Taranto alla confraternita dell’ Addolorata, ad Andria all’ altra confraternita dell’ Addolorata, il cui priore Saverio scoprì che è il conte Tommaso Iannuzzi di cui era già stato ospite anni addietro alla casa, a Ruvo alla confraternita del Suffragio; ugualmente … quando è stato con me ed il mio amico carissimo Damiano Capurso a pranzo, con i confratelli del SS. Crocifisso di Sessa Aurunca … e devo dire che nelle persone conosciute in quelle occasioni, aveva suscitato una tale stima e simpatia, che in seguito quei confratelli, quando li rivedevo, mi dicevano sempre di portare i loro saluti a Saverio Cozzoli.
Ricorderò sempre come iniziavano le nostre telefonate … a tutte le ore … ”Franco?” … ed io … “Saverio!!! … quale onore!!!” …
E terminavano sempre con la esortazione di Saverio: “mi raccomando … in gamba” … tradendo così il suo passato anche di sportivo.
Ugualmente ricorderò per tutto il resto della mia vita, quando tre giorni prima che Saverio ci lasciasse, esattamente domenica 10 maggio alle ore 19.00, Vito mi ha telefonato e mi ha detto: “Franco, ti passo papà che vuole salutarti” e me lo passò con mio grande imbarazzo, perché sapevo in che condizioni stesse … e Saverio, imbarazzandomi ancora di più, con un filo di voce mi chiese: “Franco, come stai?”.
Credetemi, davvero fui preso così alla sprovvista che non seppi dire altro se non “Saverio … e tu chiedi a me come sto? … certo che io sto bene” … ed aggiunsi poche altre parole, ma così senza senso che non le ricordo nemmeno più io. Cosa potevo dire io, ad una persona che stava in quelle condizioni e chiedeva a me come stessi?
E’ stata quella l’ ultima volta che l’ ho sentito e quella voce flebile non la dimenticherò più.
La grandezza di Saverio è tutta in quella telefonata (un’ altra simile so che l’ ha fatta subito prima o dopo al mio amico Stefano De Palma, priore di S. Stefano) … Saverio in quel momento non si congedava solo dall’ amico Franco o dall’ amico Stefano, ma si congedava dalle sue due amatissime Arciconfraternite che ha sempre, ogni giorno della sua vita, avuto nel cuore.
Esempio di grande attaccamento a queste istituzioni … istituzioni che, devo dire, purtroppo non lo hanno spesso gratificato, così come lui ha fatto per tanti nostri confratelli e verso le confraternite stesse.
Saverio è uno che avrebbe già da molto tempo prima di me potuto essere anche il priore di questa Arciconfraternita … e non solo di questa, e non nascondo (ora posso dirlo) che con i miei due collaboratori si è pensato tante volte alla nostra successione proprio da parte di Saverio, non essendo assolutamente per noi un ostacolo il fatto che abitasse a Roma o avesse una certa età.
Beh … ora l’ ho detto … io avrei tanto voluto vedere Saverio priore, tanto che quando che ci sentivamo o vedevamo e si parlava della mia successione e lui mi diceva … “comincia a pensare bene a chi mettere dopo di te …” io qualche volta gli ho risposto che avrebbe potuto anche essere uno molto vicino a lui (e chi più vicino a lui se non lui stesso?) … ma logicamente non mi sono mai lasciato sfuggire nulla, e chissà se Saverio lo ha mai intuito.
Saverio … che dirti … ora lo sai …avevo pensato bene o no, allora?
Concludo.
A distanza di un mese non posso credere ancora che Saverio non ci sia più e non c’è un giorno che il mio pensiero non vada a lui, seguito da una preghiera.
Saverio mi ha arricchito molto con la sua amicizia e di questo lo ringrazio, così come ringrazio ancora una volta Vito, per avermi dato la possibilità di farmi diventare suo amico. Saverio è stato per me davvero un grande amico che non dimenticherò mai.
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------------------------- Francesco Stanzione - Priore Arciconfraternita della Morte