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DALLE "SACRE RAPPRESENTAZIONI" MEDIOEVALI AI MISTERI DI CAMPOBASSO

"LA DOMENICA DEI MISTERI" - Speciale Corpus Domini 2017 Campobasso


Articolo del dott. Francesco Stanzione



Comunque la si voglia chiamare, "sagra dei Misteri" o "processione dei Misteri", quella che si svolge annualmente a Campobasso è a tutti gli effetti una "Sacra Rappresentazione".
La parola "rappresentazione" deriva dalla filosofia classica, e indica l'atto con il quale la coscienza riproduce qualcosa di esterno ad essa o rende evidente qualche cosa di interno, esemplificandone i significati simbolici e traducendone le azioni in immagini descrittive; detto in parole molto più semplici: la "rappresentazione" è la raffigurazione, attraverso simboli o parole, di entità concrete (quali possono essere avvenimenti, persone, oggetti) oppure astratte (sentimenti, stati d'animo o prodotti della fantasia).
In ambito cristiano, le prime "rappresentazioni" di testi evangelici o di vita dei Santi avevano lo scopo di, appunto, "rappresentare" ai fedeli che non conoscevano il latino, avvenimenti riportati sui sacri testi che per il popolo analfabeta erano illeggibili. Erano quindi una forma di catechesi.
Queste vennero inizialmente fatte all'interno delle chiese, ma ben presto ebbero bisogno di spazi scenici più capaci, essendo molte volte costituite da scenografie multiple, dove apparivano contemporaneamente scene diverse.
Il palcoscenico di queste "performances" divennero quindi i sagrati delle chiese e le piazze. In principio gli attori, quasi sempre abitanti delle località in cui la "rappresentazione" si svolgeva, recitavano la loro parte immobili davanti al pubblico assiepato di fronte ai vari "quadri viventi", ed era il pubblico stesso che si muoveva da una scena all'altra.
In seguito la "rappresentazione" prese vita e conquistò il centro della scena, assumendo la fisionomia di un vero e proprio teatro e la denominazione di "Misteri".
Con il passare del tempo però, molto spesso la degenerazione subentrava nella corretta proposizione dei testi sacri da parte degli attori, a volte ubriachi, facendo venir meno la finalità a cui essi avrebbero dovuto tendere, per cui dopo il Concilio di Trento, svoltosi tra il 1545 e il 1563, con la cosiddetta "Controriforma" si ebbe una generale azione moralizzatrice, mettendo al bando le "Sacre Rappresentazioni".
Alla drammaturgia teatrale si sostituì quindi quella figurativa delle processioni nelle quali il popolo, da spettatore di una azione svolta da attori, divenne egli stesso attore, prendendo parte attiva come elemento del corteo al seguito di una o più statue raffiguranti i Santi, la Madonna o Gesù Cristo.
Questa attiva partecipazione si rendeva evidente con il canto, la preghiera e persino con manifestazioni penitenziali che arrivavano fino alla flagellazione.
Nascevano quindi quelle che oggi chiamiamo le processioni dei "Misteri", il cui nome si rifà proprio a quelle precedenti forme recitative e i "Misteri" di Campobasso altro non sono che la eredità, in età moderna (gli ingegni del Di Zinno risalgono al 1748), di quelle "Sacre Rappresentazioni" medioevali.
Hanno infatti tutti i requisiti per esserlo, riunendo in se i caratteri non solo della "Sacra rappresentazione", ma anche di una processione.
Della "Sacra Rappresentazione" perchè la scenografia di ogni "Mistero" ne propone i momenti più caratterizzanti, attraverso la interpretazione di persone del luogo in cui la manifestazione si svolge, cioè di Campobasso; della processione perchè i diversi "quadri" vanno incontro al popolo e tra il popolo, coinvolgendolo e facendolo diventare non solo partecipe, ma protagonista della manifestazione.
Non solo, ma pur nella loro corsa che poco consente all'osservatore di soffermarsi sul particolare, innegabile è il messaggio che i "Misteri" trasmettono annualmente e visivamente ai campobassani: che l'esempio di vita eroica di quei Santi, interpretati da adulti e bambini, conducono ad un unico fine che è Gesù Cristo, il cui "Sacro Cuore" chiude la processione, a suggello della vocazione catechetica per la quale i "Misteri" furono ideati.

                                         dott. Francesco Stanzione