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LA SETTIMANA SANTA DEI "BARESI"

Presentazione del volume

Chiesa di S. Gaetano

Bari, 6 marzo 2015


INTERVENTO DELL'AUTORE 
DOTT. FRANCESCO STANZIONE


Prima di procedere nella illustrazione di questo volume, mi pare opportuno illustrare i motivi che mi hanno indotto ad approfondire la conoscenza degli eventi che caratterizzano la Settimana Santa nel territorio comunale di Bari, non senza però delineare quale sia il mio personale approccio a questi riti, motivandone soprattutto il mio interesse pur non essendo barese.
Da sempre legato ai riti della Settimana Santa di Molfetta, mia città natale e di residenza, in essa ho ricoperto la carica di Priore dell’Arciconfraternita della Morte, per due mandati consecutivi, dal 1° gennaio 2004 al 17 febbraio 2010, e da molto tempo mi sono interessato anche a quelli che vengono celebrati un po’ in tutto il mondo, in particolare in Spagna, a Malta ma, soprattutto, nell’Italia meridionale.
Per meglio approfondire questi argomenti e diffonderli,  nell’ottobre 2007 ho realizzato un blog su internet dal titolo “La mia Settimana Santa”, al quale è seguito un sito con lo stesso nome  agli inizi del 2010.
Una grande passione e l’essere sul campo fin da giovanissimo hanno contribuito dunque a farmi maturare una buona competenza nell’ambito delle tradizioni della Settimana Santa per cui si può ben comprendere che i miei interessi nel campo della Settimana Santa non potevano prescindere dall’approfondimento di quella che si celebra proprio a Bari, in virtù anche del fatto che, pur essendo nato a Molfetta da madre molfettese, mio padre era invece barese, avendo visto la luce  nel quartiere murattiano, in via Dante Alighieri (più barese di così!).
Per amore di verità devo dire che mia madre, agli inizi del matrimonio, ha abitato a Bari per un paio di anni, prima che io nascessi, e durante un Venerdì Santo (parlo di anni compresi tra il 1953 ed il 1955) ha visto la processione dei Misteri (se di S. Gregorio o della Vallisa non mi è dato sapere) e non le è piaciuta.
Lei, abituata alle processioni pasquali di Molfetta, non mi ha mai parlato in termini entusiastici delle processioni di Bari, cosa che ha forse subliminalmente creato in me un certo, se si vuole, iniziale disinteresse verso la Settimana Santa barese.
Ciò è andato avanti per tantissimi anni fino a quando nel 1985 ho prelevato la farmacia di mio padre che si trova nella zona Cecilia di Modugno confinante (ma è praticamente un tutt’uno) con il Quartiere S. Paolo di Bari.
Tra i primi clienti conosciuti c’è stato il sig. Emmanuele Sassanelli, autoreferenziatosi ben presto come “Priore di Gesù all’orto della Vallisa”; a motivo della comune passione ne è nata una grande amicizia ed ogni volta che “Manuele” (così si chiamava familiarmente) veniva in farmacia, tra la spedizione di una ricetta e l’altra, si parlava  di Venerdì Santo e di Misteri.
Purtroppo questo caro amico è scomparso il 3 febbraio 2009, lasciando in me un gran bel ricordo di persona dalla grande correttezza e bontà d’animo; pertanto alla sua memoria ho dedicato questa mia pubblicazione.
Tramite Emmanuele Sassanelli ho appreso che i Misteri detti della Vallisa non erano più in quella chiesa, ma da diversi anni cambiavano continuamente sede; ho conosciuto dai suoi enfatici discorsi l’ambiente umano di questa processione, deducendone che è sicuramente uno degli ultimi baluardi della “baresità” autentica … ed ho iniziato a provare un certo interesse verso la Settimana Santa di Bari … che mi è pure piaciuta, al punto che, conoscendola ancora meglio, mi sento di dire che è veramente bella, come estetica e per tutto quello che le fa da corollario.
Non solo, ma andando avanti ho appreso che località come Carbonara, Ceglie del Campo o Loseto, da me ritenute comuni autonomi, erano in realtà da diversi anni divenuti quartieri di Bari, per cui le rispettive processioni della Settimana Santa erano comunque riconducibili all’area metropolitana del capoluogo pugliese.
Tutto ciò mi ha ancor più entusiasmato, dal momento che già da molto avevo avuto occasione di apprezzare le tradizioni pasquali di quelle realtà.
Soprattutto con l’ausilio di internet, ho provveduto a raccogliere notizie, curiosità, foto, ma anche ad intessere rapporti con persone orbitanti intorno al mondo dei Misteri e della Settimana Santa barese, allo scopo di soddisfare la mia sete di conoscenza in questo ambito.
In seguito, esattamente il 12 gennaio 2013, nell’Auditorium del Museo Diocesano di Molfetta ho presentato una pubblicazione, da me realizzata, dal titolo “La mia Settimana Santa - Quaresima e Settimana Santa a Molfetta” le cui copie sono andate esaurite in pochi mesi.
Sulla base dell’entusiasmo scaturito dalla grande accoglienza che ha avuto questo mio lavoro, mi è dunque venuta la voglia di realizzarne un’altro che descrivesse la Settimana Santa di Bari, nella sua completezza, dal momento che ad oggi nulla è stato pubblicato su questo argomento.
Le fonti a cui ho attinto, a parte il mio personale archivio fotografico, sono state il web e la testimonianza di persone con la comune grande passione per le tradizioni della Settimana Santa, alcune di esse direttamente coinvolte nella organizzazione e nella partecipazione ai riti.
Colgo quindi l’occasione per ringraziare gli amici Dario Michelangelo Morisco, Pierpaolo Gallone, Piero Robles, Giuseppe Roppo, Muzio Ciliberti e Francesco Cristiantelli che mi hanno fornito il materiale documentale e fotografico.
Questo volume, pur avendo la unicità di essere la prima documentazione in assoluto sui riti della Settimana Santa nel territorio comunale di Bari, non ha certamente la pretesa di essere una ricerca storica, perché si basa prevalentemente su come attualmente si svolgono riti e processioni, nel racconto di chi le vive, e non sulla consultazione di fonti bibliografiche o archivistiche.
Vuole essere piuttosto un manuale divulgativo di quello che è la Settimana Santa barese, affidandosi molto alle immagini piuttosto che allo scritto. Ho cercato infatti di ricostruire, attraverso la ricerca fotografica, tutte le fasi salienti dei diversi momenti che caratterizzano le diverse processioni in maniera tale da dare un quadro esauriente dell’insieme.
Al mondo d’oggi, nel quale Internet monopolizza l’informazione a scapito della televisione e della carta stampata, non c’è nulla di più efficace delle “immagini” per comunicare qualsiasi messaggio.
Spero con ciò di aver colmato una lacuna nella pur vasta bibliografia riguardante la città di Bari e di aver offerto agli appassionati della Settimana Santa che in essa si celebra annualmente, qualcosa di loro gradimento che sia  motivo di orgoglio delle proprie antiche tradizioni e pungolo ad adoperarsi attivamente per la loro difesa, nella loro integrità e valenza religiosa, affinchè mai rischino di diventare mera attrazione turistica.
Verrebbero meno le motivazioni per le quali sono nate: evangelizzare, convertire e avvicinare l’uomo a Dio.
Entriamo però nella essenza del volume.
A chi frequenta la città di Bari per lavoro o semplicemente per lo shopping nella rinomata via Sparano, centralissima arteria commerciale nonchè “salotto buono” della città, mai e poi mai verrebbe in mente che tra le caotiche strade del centro del capoluogo pugliese possa sfilare una processione, tanto meno della Settimana Santa.
Infatti il centro di Bari, che ha tra l’altro una planimetria stradale perfetta con vie diritte e lunghissime, è afflitto da decenni da un traffico automobilistico e da un andirivieni frenetico di gente che raggiunge, nelle ore di punta, livelli inimmaginabili in tutto il resto non soltanto della provincia, ma della intera regione; per dirne una soltanto ... il parcheggio in doppia fila (perenne), che è una delle cose più selvagge, “civilmente” parlando, è prassi quasi istituzionalizzata, anche se severamente sanzionata dalla polizia urbana.
Forse solo Napoli supera Bari da questo punto di vista.
Mal si presterebbe quindi, questo assetto urbano, a fare da contorno alle tradizionali processioni della Settimana Santa.
Nonostante tutto, anche a Bari, i momenti che precedono la Pasqua sono caratterizzati dalle stesse processioni che in tutte le città della Puglia si svolgono in quei giorni: la processione della Addolorata e quella dei Misteri.
A proposito dell’origine di queste processioni è luogo comune dire (da parte di chi verso l’argomento ha un approccio molto superficiale) che siano di derivazione spagnola;
Vero è che il nostro Meridione ha subìto la dominazione spagnola a partire dal 1501 (con Ferdinando di Aragona) fino al 1861 (con Francesco II di Borbone), e altrettanto vero è che nella cultura come nel dialetto o nelle abitudini quotidiane, la Spagna ha avuto grande influenza sulle nostre popolazioni … e Bari ne è un esempio (spagnola è anche l’origine di cognomi baresi molto diffusi come Lopez).
I riti della Settimana Santa nell’Italia del Sud, e quindi in Puglia e a Bari (in particolare le processioni dei Misteri), con la Spagna hanno però poco a che fare; sono realtà completamente distinte per tutta una serie di motivi. Non solo, ma diverse sono anche le matrici culturali, le prassi e l’estetica dei diversi riti e processioni.
Infatti, se le processioni del Sud d’Italia fossero di derivazione spagnola, come mai in Campania, in pieno Regno delle Due Sicilie, queste sono così diverse? E come mai proprio a Napoli che era la capitale del Regno, con la presenza della corte Borbonica, non vi è traccia di processioni durante la Settimana Santa? E ancora come mai, nel resto della regione, processioni significative del Triduo Pasquale si svolgono in così poche località?
Non solo, ma con l’eccezione di Sessa Aurunca (CE), al confine tra la Campania ed il Lazio, in nessuna località vi sono processioni dei Misteri con molte statue come in Puglia, perché nella maggior parte dei casi le uniche sacre immagini sono quelle della Addolorata e del Cristo Morto.
In che modo allora, baypassando la Campania, le processioni dei Misteri si sarebbero diffuse dalla Spagna alle altre regioni del Sud e in Puglia? Mi pare quindi che non la matrice spagnola, ma una matrice prettamente locale, sia all’origine dei vari rituali dell’Italia Meridionale.
La conclusione che scaturisce da queste considerazioni è che le processioni della Settimana Santa di Bari abbiano visto la luce in un contesto non ispirato da alcun influsso esterno, ma dalla esigenza di una parte del popolo (le Confraternite) di manifestare la propria fede, promuovendola mediante il racconto visibile ed itinerante della Passione di Gesù Cristo.
Similmente a quanto accade in una realtà molto lontana quale è Palermo, in cui nella sola giornata del Venerdì Santo escono una quarantina di processioni, di cui quattordici costituite dai soli simulacri del Cristo Morto e della Addolorata, anche a Bari il Venerdì di Passione antecedente la Domenica delle Palme ed il Venerdì Santo, non una ma più processioni attraversano contemporaneamente diverse vie del territorio comunale, persino del periferico Quartiere San Pio.
Infatti, come più approfonditamente può apprendersi proseguendo nella lettura, a partire dal 1928 divennero parte integrante del Comune di Bari alcune realtà limitrofe quali Carbonara, Ceglie del Campo, Loseto, Palese e Santo Spirito che però, nonostante sia ormai trascorso da allora quasi un secolo, non solo hanno mantenuto integre le loro tradizioni, ma non hanno ad oggi perso nemmeno la speranza di poter ritornare ad essere autonome.
Per questo motivo gli abitanti di questi centri, pur dipendendo amministrativamente da Bari, baresi non si sentono, e conseguentemente il titolo di questo volume, La Settimana Santa dei “Baresi”, tra virgolette, sta ad indicare la impropria attribuzione al capoluogo pugliese della Settimana Santa che viene celebrata anche a Carbonara, Ceglie del Campo, Loseto, Palese e Santo Spirito.
In tutte queste località (o quartieri), con la sola eccezione di S. Spirito (ed anche di San Pio), le processioni dei Misteri del Venerdì Santo hanno una particolarità tutta locale caratterizzata dal fatto che i simulacri, anziché in chiesa, durante tutto l’anno vengono custoditi nelle case dei rispettivi proprietari che li accudiscono e li curano come se fossero persone di famiglia. Ciò avviene anche nei confinanti comuni di Valenzano, Triggiano e Modugno.
In occasione del Venerdì Santo, queste statue o gruppi si riuniscono nella piazza antistante la rispettiva Chiesa Matrice e da lì iniziano tutte insieme a sfilare processionalmente. Solo l’Addolorata esce dalla chiesa in cui si trova ed è venerata durante tutto l’anno.
Il numero complessivo di simulacri che ad oggi, tra il Venerdì di Passione e il Venerdì Santo, percorrono le vie di questi quartieri è davvero impressionante perché si arriva addirittura a 138 tra statue e gruppi statuari così suddivisi: Bari centro (20), Carbonara (27), Ceglie del Campo (54), Loseto (10), Palese (21), Santo Spirito (4) e San Pio (2).
Si tenga presente che a Siviglia, dove si celebra la Settimana Santa più famosa del mondo, dalla Domenica delle Palme (Domingo de Ramos) alla Domenica di Pasqua (Domingo de Resurrección) si svolgono 61 processioni per un totale di 116 “Pasos”, come vengono chiamate la sacre immagini.
Facendo un paragone tra Bari e Siviglia, e lasciandosi andare a conclusioni di tipo calcistico o sportivo, è il caso di dire che Italia batte Spagna per 138 a 116 … almeno questa volta!
 
dott. Francesco Stanzione