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COSI' MOLFETTA ONORA GIULIO COZZOLI!

"L' Altra Molfetta" di Giugno 2012


Articolo del dott. Francesco Stanzione

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Molfetta, la mia città natale, per amore della quale ho condizionato tutta la mia vita escludendo in età adolescenziale, per non allontanarmene, qualsiasi occasione di un lavoro futuro che mi avrebbe portato a svolgere una professione fuori dai suoi confini (sciocchezze che si commettono in giovane età, quando si è ancora inesperti della vita e poco disposti a seguire i consigli paterni che andavano nella direzione opposta, esortandomi a "mai dire mai").
Le mie cose sono andate secondo quanto da me voluto ... "quisque artifex fortunae suae" ... ed eccomi allora qui ad esprimere quanto segue, disgustato sempre più, giammai dalla mia amata Molfetta o dai molfettesi, ma quanto meno da quanto vi accade sempre più spesso, in ogni settore della vita cittadina.
Non intendo polemizzare però sull'evidente "imbarbarimento" subito dalla città soprattutto nell'ultimo decennio, ma voglio quanto meno denunciare un caso in certo qual modo definibile di "cattiva gestione dei lavori pubblici", intendendo per tali la apposizione della cartellonistica stradale.
Ritengo innanzi tutto che gli operai comunali addetti a qualsiasi tipo di lavoro siano diretti da qualcuno competente che dovrebbe essere minimo un tecnico (un geometra, un ingegnere) ... non saprei dire, ma sarà sicuramente così ... non penso che facciano tutto di loro iniziativa ... semmai lavorano dietro mandato di qualcuno che precedentemente avrà fatto un sopralluogo ed avrà anche realizzato un progetto ... comunque un qualcuno che ignorante nel senso stretto del termine non debba essere.
Cosa succede invece?
Andiamo in via Rattazzi civico 33, portone della casa natia dell'illustre nostro concittadino Giulio Cozzoli, grande maestro scultore la cui arte non si è espressa soltanto attraverso le mirabili statue della Passione che vanno in processione il Sabato Santo, patrimonio di tutta la città di Molfetta ancor prima dei suoi legittimi proprietari, ma anche con la realizzazione di monumenti ed opere collocate anche in altri luoghi, uno per tutti il Palazzo della Provincia di Bari.
Per rimanere al contingente, vi è da dire che Molfetta è conosciuta per la sua Settimana Santa, per la quale (a parole) tanti dicono di "stravedere", anche attraverso la straordinaria arte che Giulio Cozzoli ha espresso nella realizzazione di queste statue che ancora oggi, in un mondo quale quello in cui viviamo, riescono a suscitare grande emozione in chiunque le ammiri, indipendentemente dal credo religioso.
Ebbene, guardando il portone, in alto a destra è apposta la targa marmorea che la Municipalità di Molfetta ha apposto nel 1957 ad imperituro ricordo di un suo così illustre Figlio.
Certamente la apposizione di una lapide o una qualsivoglia dedica ad un personaggio, è un invito a rispettarne la memoria, almeno secondo la sensibilità che mi hanno inculcato sin da bambino, invece ...
Invece cosa accade a Molfetta, sempre in zona "via Rattazzi civico 33"? Succede che qualcuno, incaricato da quello stesso Comune che ha voluto onorare Giulio Cozzoli nel 1957, ne ha offeso la memoria apponendo, letteralmente attaccato alla suddetta lapide, un cartellone stradale indicante il parcheggio a pagamento lungo il marciapiede antistante.
Dico io (non so se dire da ignorante o da ingenuo) ... ma proprio lì dovevano metterlo? E non c'è stato nessuno che abbia controllato la perfetta messa in opera, riscontrando la palese contravvenzione di qualsiasi logica o rispetto di come una cosa debba farsi per dire che è stata fatta "a regola d'arte"?
Non solo, ma come dalle foto può riscontrarsi, è anche antiestetica la vista di un pannello del genere a ridosso di quella lapide. Detto insomma alla molfettese ... chi doveva controllare "occhi in faccia" non ne aveva?
La cosa diventa ancor più irritante se si considera che all' inizio degli incroci della stessa strada con le altre (vedi ad esempio con via Giaquinto, salendo di un altro isolato verso piazza Cappuccini) quel cartellone è stato apposto in maniera corretta.
Dico allora ancora io, sempre alla molfettese: ma ci voleva uno "scienziato" per capire che quel lavoro non andava fatto in quel modo? E possibile che nessuno, prima del sottoscritto, lo abbia notato e che, qualora ciò sia avvenuto, nessuno lo abbia fatto presente?
Non riesco a pensare che nessuno se ne sia accorto prima, tampoco che nessuno si sia indignato di fronte ad un simile obbrobrio ... e se ciò non è accaduto, mi addolora e mi sconforta ancor più, perchè vuol dire che non vi è interesse verso quello che è il passato della nostra città o che non vi sia più alcun gusto estetico.
E' così che la Molfetta di oggi onora i suoi cittadini migliori, deturpandone la memoria ed evidentemente ignorandoli?

- - - - - - - - - - - dott. Francesco Stanzione