Presentazione del volume
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Auditorium del Museo Diocesano di Molfetta
Molfetta, 12 gennaio 2013
INTERVENTO DELL'AUTORE
DOTT. FRANCESCO STANZIONE
Pare che sia giunta la mia “ora”
… ovviamente nel senso che tocca a me parlare.
Non per scontati protocolli che prevedono in queste occasioni saluti e
ringraziamenti, è per me doveroso e gradito ringraziare, per la loro
collaborazione, don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano, Onofrio
Grieco, presidente della Cooperativa FeArt, Paola Copertino, giornalista e coordinatrice di questo evento, Gaetano
Armenio, presidente della Associazione Opera e coordinatore del progetto
Settimana Santa in Puglia, e la dott.ssa Francesca Pisani che ho conosciuto
durante il mio priorato dell’Arciconfraternita della Morte come presidente
della Associazione di Maria SS. Addolorata, ma che ho subito avuto modo di
apprezzare per il suo interesse e la profonda, ma soprattutto, mi sia
consentito il termine, ortodossa conoscenza dei vari aspetti della nostra
Settimana Santa, molto più di tanti altri “maschietti”
che pur si vantano (a parole ma non nei fatti) di esserne grandi estimatori e
conoscitori.
Per questo ci ho tenuto che fosse proprio lei a presentare il mio
libro, non già per il ruolo istituzionale rivestito nel recente passato.
Non posso fare a meno di ringraziare per la sua prefazione al volume
Mons. Giovanni Lanzafame, sacerdote e mariologo, mio carissimo amico, anch’egli
come il sottoscritto innamorato di Maria SS. Addolorata, il quale non è
presente solo perché risiede a Siviglia, in Spagna.
Ugualmente ringrazio tutti i presenti per il loro intervento, in
particolare:
i tanti amici venuti da fuori Molfetta, da Bari, Bitonto, Taranto, Valenzano, Trinitapoli,
Bisceglie, Terlizzi ecc., tutti conosciuti per il comune interesse per i riti
della Settimana Santa;
gli amici che da una vita condividono con me le stesse gioie e dolori
nell’ambito di come vorremmo che fosse la nostra, questa volta ho detto nostra
e non mia, Settimana Santa;
dulcis in fundo quegli amici che con la loro collaborazione
istituzionale hanno contribuito a far diventare indimenticabile la mia
esperienza di Priore dell’Arciconfraternita della Morte e che mi permetto di
nominare: Giuseppe Modugno ed Onofrio Sgherza, primo e secondo componente,
Lorenzo Pisani e Giovanni Pansini, economo e segretario durante il mio primo
mandato, Bartolo Bufi e Giovanni Caputi, economo e segretario nel secondo
mandato … e che vedo qui presenti al completo.
Vi confesso che fino a poco prima di prendere la parola ho vissuto i
momenti precedenti da spettatore, piuttosto che da protagonista, nonostante questa
sera si stia presentando una mia pubblicazione, con la curiosità soprattutto di
sentire cosa avrebbe detto di essa la dott.ssa Francesca Pisani, nella doppia
veste di relatrice e soprattutto di cultore, o se preferisce cultrice, delle
tradizioni pasquali.
Ciò premesso … voglio spiegare cosa mi ha spinto ad imbarcarmi
nell’avventura di scrivere un libro su questo argomento e perché lo ho chiamato
proprio “La mia Settimana Santa” e
non magari “La Settimana Santa a
Molfetta”, “Riti della Settimana
Santa a Molfetta” o altro.
Lo faccio attraverso quello che si legge nei miei spazi web, il blog
lamiasettimanasanta.net ed il sito lamiasettimanasanta.it.
Nella “home page” del sito ho scritto che: “La mia passione per i riti della Settimana
Santa non si limita solo a quelli di Molfetta, in quanto sono molto affascinato
da tutto quanto riguarda le processioni ed i riti che si svolgono in tutta
Italia e nel mondo, specialmente in Spagna, in questo particolare periodo
dell’anno. Questo grande trasporto mi accompagna sin dall’infanzia; esso mi è
stato trasmesso da mia nonna Matilde che mi portava con se al Settenario
dell'Addolorata, presso la Chiesa del Purgatorio, ed ha sempre condizionato la
mia vita e le mie scelte ... ma sono contento così altrimenti sarei un’altra
persona”.
Spiego anche
perché ho chiamato in tal modo questi miei spazi web, che costituiscono, ormai
a livello nazionale, uno dei più importanti punti di riferimento per tutti i
cultori delle tradizioni pasquali.
Infatti … “Nell'era di internet è diventato di moda
poter disporre di un sito personale per motivi che variano da persona a
persona.
Un po’ sull'onda di questa tendenza, un po’ per
diletto, ma soprattutto per rendere partecipi delle mie emozioni quanti
condividono con me lo stesso amore per i Riti della Settimana Santa, anche io
ho voluto avere un sito tutto mio, questo sito appunto, che ho voluto chiamare
“La mia Settimana Santa”.
Avrei potuto chiamarlo con tanti nomi che si
riferissero alle nostre tradizioni pasquali, invece ho preferito definirlo come
qualcosa che appartenesse solo a me e che indicasse a tutti come la Settimana
Santa è da me vista con gli occhi e con la mente.
Tutto quello che io pubblicherò, sarà il frutto di
come dal punto di vista estetico intendo la Settimana Santa e di quello che per
me rappresenta, in quanto cattolico.
Mi auguro quindi di riuscire a trasmettere a quanti
visiteranno questo sito le mie stesse sensazioni ed il mio modo di intendere
queste bellissime tradizioni, considerando che esse rappresentano eventi
religiosi che solo ed esclusivamente come tali vanno trattati”.
Quanto fin qui detto è valido anche per questa mia pubblicazione che
rappresenta in un certo senso il compendio più tangibile di quello che fino ad
ora ho virtualmente proposto agli appassionati della Settimana Santa che dal
2007 mi seguono su internet.
Entro ora nello specifico del contenuto del libro, che consta di ben
480 pagine ed è corredato da circa 400 foto a colori, quasi tutte scattate da
me … le restanti da mia figlia Lubiana, hobby foto, Foto Umberto ed alcuni
amici fotoamatori; tengo a puntualizzare che anche la foto di copertina è stata
realizzata da mia figlia, allorquando lo scorso anno sono tornato a casa dalla
processione dei Misteri, letteralmente distrutto, dopo dieci ore, ed ho quasi
lanciato sul divano il mio camice di S. Stefano.
Dopo la mia introduzione ed una spiegazione di ciò che la Quaresima e
la Settimana Santa sono e rappresentano nel mondo cristiano, vi è una
panoramica sui riti di questo periodo in Italia, in particolare nel sud.
Qui vediamo, i “Vattienti” di Nocera Terinese in Calabria, nello specifico nella
persona di Vito curcio, mio carissimo amico, il trio del Miserere a Sessa
Aurunca, in provincia di Caserta, a cura dell’Arciconfraternita del SS.
Crocifisso della quale sono confratello onorario, il Capitano della Real
Maestranza con il “Cristo velato” a
Caltanissetta, in Sicilia, Real Maeatranza della quale ho anche l’onore di far
parte in qualità di membro onorario.
Delineo poi per sommi capi la Quaresima e la Settimana Santa a
Molfetta, della quale si parlerà ampiamente procedendo nella lettura e
successivamente descrivo nel dettaglio le due Arciconfraternite, le statue, le
processioni e le marce funebri.
Colgo a questo punto l’occasione per ringraziare gli amici prof. Cosmo
Tridente e Mauro Spagnoletti per il loro supporto nel fornirmi notizie nella
descrizione di tutte le marce funebri che costituiscono il repertorio musicale
della Settimana Santa molfettese, che sono in totale 44, della quali 27
eseguite abitualmente in processione e 17 raramente o non più eseguite.
Nel capitolo dedicato alle marce funebri racconto quello che può
essere considerato un aneddoto, allorquando attraverso il sottoscritto, il
maestro Riccardo Muti ha avuto la gradita sorpresa di ascoltare il “Conza Siegge” durante le prove di un
suo concerto a Roma, qualche anno addietro.
A proposito delle statue, per quanto riguarda la paternità di quelle
di S. Stefano riferisco di una mia ricerca fatta attraverso l’elenco telefonico
di tutti quelli che in Italia rispondono al cognome di “Fielle”, come il presunto scultore veneziano che avrebbe
realizzato, secondo la leggenda, i cinque Misteri.
In questa sede mi piace sottoporre alla vostra attenzione le immagini
del nostro Cristo alla colonna, quello di S. Stefano, e del Cristo flagellato
che a Savona esce ogni due anni nella processione del Venerdì Santo.
Quest’ultimo è la copia speculare del nostro, risale al 1623 ed è opera di
autore napoletano ignoto. Significa qualcosa?
A proposito invece delle statue del Sabato Santo propongo una immagine
inedita ed unica della Pietà con in grembo il suo vecchio Cristo, restaurato
negli ultimi mesi della mia Amministrazione nel 2009 ed attualmente presso
questo Museo Diocesano che stasera ci ospita … un mio per così dire “sfizio” per vedere realmente come era
la Pietà fino al 1906 … non male, mi pare, vero? Questa foto la si ritrova nel
capitolo dedicato alla processione del Sabato Santo, nel descriverne la
evoluzione attraverso i secoli.
Segue poi la descrizione di tutti i momenti e di tutte le funzioni
religiose che vanno dalla domenica che immediatamente precede la Quaresima, con
il rituale della “prima frasca” di
Cristo all’orto, fino alla ritirata della Pietà la sera del Sabato Santo,
attraverso la processione della Croce, i Venerdì di S. Stefano, le domeniche al
Purgatorio, il Settenario della Addolorata, l’Ufficio delle Tenebre, il Giovedì Santo e le tre processioni della Addolorata
dei Misteri e del Sabato Santo.
Delle Funzioni religiose sono riportati integralmente anche tutti i
testi, canti compresi.
Voglio altresì dare un cenno a quanto di inedito ho scritto su come si
sia riusciti a riportare alle ore 4,00 del mattino la processione del Venerdì
Santo, allorquando negli anni 80, con il carissimo amico dott. Mimmo
Casamassima, furono fatte pressioni al priore di S. Stefano, l’ing. Viesti,
affinchè fosse nominato priore di S. Stefano il prof. Mauro Massari, per il
motivo che quest’ultimo ci aveva promesso che, se fossimo riusciti a farlo
eleggere, avrebbe fatto in modo da ripristinare l’antico l’orario di uscita
della processione.
Un altro argomento inconsueto del quale si parla nel libro è quello
sui cosiddetti “Sepolcri domestici”, allestiti
in casa dagli appassionati delle nostre tradizioni pasquali.
Un capitolo poi è dedicato alla “Sacra Rappresentazione” della
benemerita Confraternita di S. Antonio, che si svolge nella Città Vecchia il
Martedì Santo. Esprimo ancora una volta a questa Confraternita i sensi della
mia più profonda ammirazione per come vive in tutti i periodi dell’anno la sua
esperienza di fede e di promozione dei valori cristiani.
Non mi pare ovviamente questa la sede per entrare ulteriormente nei
dettagli, altrimenti viene meno anche la sorpresa di vedere il contenuto del
libro, per cui ritengo opportuno non andare oltre.
Mi auguro che per quanti avranno la bontà di acquistarlo, questo libro
rappresenti un punto di riferimento per gli appassionati ed i cultori di quello
che me è la perla più preziosa del patrimonio religioso e culturale della
nostra purtroppo a volte vituperata città: la Settimana Santa. Difendiamola
tutti da eventuali manipolazioni e mutazioni genetiche da parte di chi è
insensibile e privo di senso religioso ed estetico. Grazie.
dott. Francesco Stanzione
dott. Francesco Stanzione